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Fotografare in viaggio di www.camperisti.itUn salto nel passato: la Kodak Retina del 1935In breve: questa pagina contiene informazioni che riguardano la Kodak Retina, la fotocamera che in in un certo modo ha segnato il passaggio della fotografia dai primi professionisti ed appassionati al grosso pubblico. Nell'ultimo capitolo di questa guida vorrei presentare la mia prima fotocamera, che ancora posseggo. Quando ero adolescente mio padre mi diede una delle sue macchine fotografiche, la Kodak Retina (lui ormai da molti anni usava la Leica). E' stata quindi la mia prima macchina fotografica, per fare le solite fotografie ma anche per abbinarla ad un telescopio amatoriale ed ottenere foto della luna e del sole, secondo la mia passione di quel periodo. Storia Il primo modello di Retina denominato 117 uscì nella seconda metà del 1934. La Retina fu prodotta in vari modelli fino al 1969, con continue modifiche e migliorie, per un totale di oltre 160.000 esemplari. Figura 21.1 Quello in mio possesso è il modello 118 uscito poco dopo il 117, prodotto nel 1935 e nel 1936 per un totale di 9144 esemplari. Rispetto al modello 117 ha in più una levetta per far avanzare il contatore dei fotogrammi. Il mio è uno dei primi 118, perché ha le piastre per il leveraggio del coperchio cromate, dopo divennero verniciate di nero. Vedi la pagina http://www.cjs-classic-cameras.co.uk/retina/prewar-vf.html#117 Figura 21.2 La Kodak produceva le macchine fotografiche montando su alcune di esse componenti diversi. In particolare nella Retina alcuni esemplari avevano invece dell'obiettivo Kodak Xenar standard un obiettivo Karl Zeiss di qualità elevata. Sir Edmund Hillary nel 1953 per caso vide una Retina 118 con questo particolare obiettivo in vendita in un negozio di usato a Londra, prima di partire per la spedizione sull'Everest, e la comprò. La scelse perché sapeva che anche se era una fotocamera vecchia di quasi venti anni era leggera, compatta, molto affidabile e resistente alle basse temperature. Vi saldò una prolunga sulla levetta dei fotogrammi per poterla azionare anche con i guanti e fu la sua fotocamera durante la conquista della vetta del monte Everest nel 1953 (giusto 10 giorni prima della mia nascita). Ad esempio la famosa foto con lo sherpa Tenzing sulla vetta è stata fatta con quella Retina, che ora si trova in un museo ad Auckland (la spedizione era inglese ma Hillary era neozelandese). Mio padre invece la usava durante i suoi viaggi e pochi anni dopo averla comprata era come turista sul traghetto che costeggiava la Norvegia fino a raggiungere le isole Svalbard, 700 km a nord di Capo Nord. Il 25/7/1939 la nave ha attraccato a Capo Nord e mio padre ha fatto mettere sulla custodia in pelle della sua Retina il timbro dell'ufficio postale.Figura 21.3 Descrizione Negli anni precedenti le fotocamere erano simili ad una camera oscura, una scatola di legno con un voluminoso soffietto per l'obiettivo. Con la Retina la Kodak riesce a ridurre le dimensioni del soffietto, che c'è ancora ma è quasi completamente incassato nella macchina fotografica anche quando lo sportello è aperto e la fotocamera pronta a fare foto. La messa a fuoco non si regola più sulla estensione del soffietto, ma con un meccanismo azionato dalla rotazione dell'obiettivo, come nei moderni obiettivi. La Retina utilizzava la nuova pellicola inventata da Kodak formato 135 da 35 mm. Il rullino era racchiuso in un contenitore metallico a prova di luce, cosa che permetteva di caricarla anche alla luce, senza dover trovare necessariamente un luogo buio. Fino all'avvento delle fotocamere digitali questo rimase il rullino fotografico più usato. L'otturature Compur a diaframma è meccanico, e può fare i tempi da 1 sec ad 1/500 di sec, più Posa e Breve. Il diaframma va da f/3,5 a f/16. Da un punto di vista pratico per usarla occorre aprire lo sportello, regolare diaframma, messa fuoco e tempo di posa, caricare l'otturatore, guardare attraverso il mirino e scattare. Fatta una foto bisogna ricordarsi di sbloccare con la levetta conta pose la pellicola e farla avanzare a mano fino a quando non si blocca ed è pronta per una nuova foto. Se non si fa avanzare la pellicola si ottiene una doppia esposizione, cioè due foto una sull'altra. Con la doppia esposizione si possono ottenere figure trasparenti tipo fantasma. Non ci sono aiuti per impostare la posa, ci si regola valutando la luce ambiente e di conseguenza si sceglie una coppia diaframma/tempo adeguata. La confezione della pellicola ha uno foglio esplicativo con una tabella che fornisce dei valori tipici per sole, nuvolo, ombra scoperta, interni.
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